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Una serie di dati EUROSTAT letti congiuntamente fotografano i vari aspetti della realtà universitaria nei 27 Paesi UE (28 dal 1° luglio 2013). Al tempo stesso evidenziano i progressi mediamente realizzati nell'ambito della Strategia Europa 2020 entro il 2012.
La fetta di popolazione attiva in età 30/34 anni in possesso di laurea ha raggiunto il 36% (+2% rispetto al 2010 e +8% rispetto al 2005) e contestualmente è calato al 13% il tasso di fuoriuscita dal sistema educativo. Risultati positivi, ma distribuiti in maniera altamente differenziata in una ideale graduatoria capeggiata da Irlanda (51%), Cipro (49,9%), Lussemburgo (49,6%) e Lituania (48,7%), che purtroppo vede il nostro Paese all'ultimo posto (21,7%), preceduto da Romania (21,8%) e Malta (22,4%). Otto Stati UE (Danimarca, Cipro, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Finlandia e Svezia) hanno addirittura superato il previsto obiettivo del 40%, peraltro già praticamente centrato da Regno Unito (41%), Belgio (43,9%), Francia (43,5%), Spagna (40,1%) e Polonia (39,1%). Altrettanto differente tra Paesi il livello di spesa dedicato alla formazione, che annovera Islanda (7,9% del PIL), Danimarca (7,8% del PIL) tra i maggiori investitori e Italia, Grecia e Romania (4,1%), Slovacchia (4%) e Bulgaria (3,6%) all'estremo opposto.
Le 4.000 istituzioni di istruzione superiore nell'UE 27 accolgono quasi 20 milioni di studenti. Sei Paesi (Germania, Regno Unito, Francia, Polonia, Italia e Spagna) annoverano da soli ben due terzi del totale complessivo. Sono quattro milioni e mezzo i laureati complessivi nell'Unione nel 2010. Scienze sociali, Economia e Giurisprudenza sono le facoltà con maggiore presenza femminile e mediamente più frequentate; segue Ingegneria con la più alta concentrazione maschile (3/4 degli iscritti).
Differenze anche nell'età media del conseguimento del titolo finale, influenzata da fattori diversi (l'interruzione degli studi per servizio militare, l'iscrizione di adulti ecc.): 22,1 anni in media in Irlanda, Spagna, Svezia, Danimarca, Finlandia, Austria, Lussemburgo, Grecia e Germania.
L'istruzione superiore influisce anche sulla crescita durevole e socialmente inclusiva delle città, uno degli aspetti principali della Strategia Europa 2020: la capacità di attirare studenti può determinare secondo i casi la fuga o l'afflusso dei talenti; aiutare i laureati a rimanere nella città in cui hanno conseguito il titolo può costituire un bacino di mano d'opera qualificata. Ben 65 città - di cui 4 Capitali - disseminate in tutta Europa contano una media di 150 studenti universitari ogni 1.000 abitanti. Città con elevati tassi studenteschi sono in Polonia, in Italia e in Slovacchia. Tra le capitali più popolose, Roma annovera 82 studenti su 1.000 abitanti, seguita da Madrid (56), Londra, Berlino e Atene (50).
Luigi Moscarelli (1 agosto 2013)
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