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Il primo rapporto sulla valutazione della qualità della ricerca scientifica
ANVUR
 


Con un mese di anticipo sulla tabella di marcia (DM n. 8 del 15/7/2011), l'Anvur (Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca) ha presentato il 16 luglio 2013 a Roma, alla presenza del ministro Maria Chiara Carrozza, il Rapporto finale della Valutazione della Qualità della Ricerca Italiana (VQR) 2004-2010. L'indagine - che non ha considerato la qualità dell'attività didattica - ha esaminato analiticamente l'attività scientifica di 133 strutture all'interno delle 14 aree scientifiche definite dal Cun (Consiglio Universitario Nazionale)[1]: 95 università, 12 enti di ricerca vigilati dal Miur e 26 enti "volontari" (9 enti di ricerca e 17 consorzi interuniversitari).

Le numerose tabelle offrono un quadro compiuto dello stato della ricerca utilizzabile dai decisori politici nonché:

·  dagli organi di governo delle singole strutture per razionalizzare le risorse acquisite;
·  dalle famiglie e dagli studenti per scegliere l'ateneo;
·  dai giovani ricercatori per approfondire la propria formazione e svolgere attività di ricerca nei migliori dipartimenti;
·  dalle industrie e dagli enti pubblici per indirizzare la loro domanda di collaborazione a gruppi di ricerca.

Secondo la normativa vigente, agli esiti della valutazione effettuata sarà correlata la distribuzione di buona parte della porzione premiale del FFO (Fondo per il Funzionamento Ordinario delle università statali e dei consorzi interuniversitari). Questo stretto rapporto tra produttività scientifica delle strutture e assegnazione delle risorse - come ha sottolineato il ministro Carrozza - deve spronare a valutare la valutazione, tenendo presenti tre aspetti essenziali: trasparenza, accountability e merito.

Il processo di valutazione scientifica, che consente di raffrontare la qualità della ricerca nazionale con quella dei principali Paesi industrializzati, ha coinvolto per 20 mesi (a decorrere da novembre 2011) 450 esperti (GEV) e ha complessivamente riguardato 184.878 prodotti di ricerca (ad esempio, articoli e monografie, saggi, atti, convegni, brevetti, manufatti, traduzioni, software, banche dati, mostre, performance, etc.), valutati in base a criteri di rilevanza, originalità e grado di internazionalizzazione. È stata presa in considerazione anche la cosiddetta "terza missione" delle strutture universitarie, che si affianca ai tradizionali compiti di insegnamento e ricerca: valorizzazione della conoscenza economica, culturale e sociale; indicatore conto terzi; brevetti; spin-off (accreditati presso la struttura); incubatori; consorzi. Per le scienze umane e sociali sono stati utilizzati come indicatori anche i siti archeologici, i poli museali, etc. Per le strutture e le loro articolazioni (dipartimenti, ante e post L. 240/2010), sono stati considerati anche la qualità della ricerca, l'attrazione delle risorse, la mobilità, l'internazionalizzazione, le risorse proprie e il miglioramento della performance rispetto all'analoga valutazione precedente.

Ecco alcuni dei risultati più significativi:

· in merito alla tipologia dei prodotti scientifici, prevalenza di articoli su riviste per le Aree 1, 7, 9 e in minor misura per la 13 e la 8; prevalenza di monografie per le Aree 10, 11, 12 e 14;

· sono mediamente in lingua inglese il 62,1% dei prodotti (l'88,6% di quelli afferenti a Ingegneria industriale e dell'informazione, ma solo il 5,7% di quelli in Scienze giuridiche). Nell'area 10 (Scienze antichità, filologiche, letterarie e storico-artistiche) il 13,2% è stato redatto in lingua straniera diversa dall'inglese;

· le aree che vantano maggiori produzioni di eccellenza: Scienze fisiche (67,8%), Scienze chimiche (56,88%), Ingegneria industriale e dell'informazione (53,82%), Scienze agrarie e veterinarie (42,93%), Architettura (42,03%), Ingegneria civile (8,99%), Scienze sociali e politiche (8,76%);

· le università con la migliore performance media nelle diverse aree scientifiche: suddivise in grandi, medie e piccole sulla base del numero dei soggetti valutati, rientrano nel primo gruppo Padova, Milano Bicocca, Verona, Bologna e Pavia; sono considerate medie Trento, Bolzano, Ferrara, Milano San Raffaele, Piemonte Orientale, Venezia Ca' Foscari; tra le piccole, Pisa Sant'Anna, Pisa Normale, Roma Luiss, Trieste SISSA, Roma Campus Biomedico.

 

Maria Luisa Marino
(luglio 2013)



[1]Area 1: Scienze matematiche; Area 2: Scienze fisiche; Area 3: Scienze chimiche; Area 4: Scienze della Terra; Area 5: Scienze biologiche; Area 6: Scienze mediche; Area 7: Scienze agrarie e veterinarie; Area 8: Ingegneria civile; Area 8b: Architettura; Area 9: Ingegneria industriale e dell'informazione; Area 10: Scienze antichità, filologiche, letterarie e storico-artistiche; Area 11a: Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche; Area 11b: Scienze Psicologiche; Area 12: Scienze giuridiche; Area 13: Scienze economiche e statistiche; Area 14: Scienze sociali e politiche.

 

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