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È stata pubblicata a metà febbraio l'indagine Universities and Economic Development in Africa: Pact, Academic Core and Coordination, realizzata nell'ambito del Progetto HERANA (Higher Education Research and Advocacy Network in Africa) e gestita dal CHET (Centre for Higher Education), centro di ricerca africano con sede a Cape Town (Sud Africa).
L'indagine evidenzia il ruolo strategico che l'istruzione superiore può giocare per lo sviluppo sia economico che democratico del Continente africano, nella consapevolezza della forte interazione esistente tra i livelli elevati di partecipazione al processo formativo e il grado di sviluppo della società civile.
Il Rapporto, finanziato dal Partnership for Higher Education in Africa, ha utilizzato la documentazione, le statistiche e le interviste raccolte nelle Università di 8 Paesi dell'Africa sub-sahariana (Botswana, Ghana, Kenya, Isole Mauritius, Mozambico, Tanzania, Uganda e Sud Africa) e confrontato con le realtà esistenti in Finlandia, Corea del Sud e lo stato della Carolina nel Nord America, che con successo hanno saputo legare la formazione universitaria con la produzione di nuove tecnologie.
Dall'indagine è emerso che, pur intuendo l'importanza delle Università nel contesto globale dell'economia del sapere, sia a livello governativo che accademico non c'è chiarezza e accordo sul tipo di modello e sulla strategia economica da sviluppare per implementare le necessarie riforme nel settore dell'istruzione superiore e migliorare il tenore economico dei paesi africani. Nel rapporto si segnala che la produttività della ricerca, a prescindere da alcuni ottimi progetti realizzati, non è ancora abbastanza forte e non gode degli adeguati stanziamenti per influire sensibilmente e in modo duraturo sul cambiamento previsto. Lo studio auspica la creazione di un Consiglio Africano della Ricerca, simile a quello europeo, per stimolare l'attività di ricerca nell'intero Continente sulla base della qualità e non degli interessi nazionali o regionali.
Maria Luisa Marino
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