A chi pensa sia rivolto essenzialmente questo master?
Il master è stato pensato osservando quelle che ci paiono essere le esigenze professionali ed formative di una vasta fascia di destinatari: il personale accademico e amministrativo e i funzionari delle università e delle istituzioni d'istruzione superiore in genere;, il personale che si occupa della promozione del sistema italiano d'istruzione superiore e chi lavora a contatto con studenti italiani o stranieri (Informagiovani; uffici per la promozione culturale; mediatori culturali). Abbiamo pensato, inoltre, ai funzionari delle amministrazioni pubbliche che si occupano di tematiche connesse al riconoscimento delle qualifiche e alle professioni regolate (uffici bandi e concorsi; uffici del personale; uffici legislativi; centri europei per l'impiego - Eures) o coinvolti nella presentazione di candidature per progetti internazionali legati al sistema d'istruzione superiore (Erasmus; Erasmus Mundus; Tempus; Leonardo da Vinci; programmi congiunti in generale) e ai funzionari delle rappresentanze diplomatiche italiane e degli istituti italiani di cultura.
Da ultimo, ma secondo me non meno importanti, tra i potenziali destinatari figurano anche i giovani laureati interessati ad intraprendere una carriera all'interno di uffici amministrativi delle istituzioni d'istruzione superiore e delle organizzazioni internazionali che si occupano di tali tematiche. In Italia dobbiamo recuperare, infatti, molto terreno rispetto a quanto succede in altri paesi europei che hanno dedicato particolare attenzione alla classe dirigente dell'Higher Education.
Secondo lei c'è bisogno di qualcuno che faccia chiarezza e aiuti a districarsi tra titoli di studio del vecchio e del nuovo ordinamento?
Il processo di riforma che sta interessando il sistema universitario italiano da ormai un decennio ha introdotto una notevole serie di novità, a mio avviso ancora non completamente metabolizzate. L'attuazione di tale processo, poi, ha avuto esiti non omogenei e addirittura fortemente diseguali sul territorio nazionale; vecchio e nuovo ordinamento hanno convissuto negli stessi atenei o, addirittura, nelle stesse facoltà. E' stato, perciò, naturale il crescere di un generale disorientamento di fronte ad un'offerta formativa degli atenei; ne hanno fatte le spese in primo luogo gli studenti, ma non ne sono stati esenti i docenti delle scuole e delle stesse università e il personale tecnico-amministrativo.
Un generale desiderio di chiarezza e di solide certezze è andato aumentando, anche se non sempre ha trovato risposte adeguate. Ritengo non solo importante, ma addirittura decisivo che possano esserci opportunità e strumenti che aiutino a non perdersi nei labirinti universitari e che ci sia qualcuno, come la mitica Arianna, che fornisca un filo che permetta a tutti gli utenti di non perdersi e di trovare la direzione desiderata.
Quanto ritiene importante un master che formi professionisti qualificati nel settore dell'istruzione superiore?
Penso che nel nostro paese abbiamo la necessità e l'urgenza di rafforzare e far crescere una vera e propria classe dirigente dell'istruzione superiore che sappia interpretare i nuovi scenari che appaiono all'orizzonte dell'educazione e che possa avere gli strumenti per guidare il cambiamento che tali scenari suggeriscono. C'è, quindi, necessità di figure altamente specializzate, di professionisti fortemente motivati e adeguatamente qualificati. Abbiamo voluto predisporre un programma che per i contenuti affrontati, per i docenti coinvolti e le modalità didattiche utilizzate fosse quanto più attento proprio agli scopi prima esposti.