Sono giunte a 51 le istituzioni francesi che, grazie all'autonomia, hanno guadagnato un margine più ampio di libertà gestionale. La determinazione del governo a incoraggiare una «cultura basata sui risultati» si riflette nei nuovi criteri di finanziamento, che prendono in considerazione i tassi di occupazione dei laureati e la valutazione della ricerca. Le prime 18 università hanno raggiunto tale traguardo lo scorso anno grazie alla legge del 2007 sulle Libertà e Responsabilità delle Università (LRU). Oggi se ne sono aggiunte altre 33, per un totale di 900.000 studenti e 65.400 impiegati, e si prevede che le restanti 32 seguano l'esempio a partire dal primo gennaio 2012.
Grazie alla LRU, i rettori delle università assumono un ruolo di maggiore peso, conseguente al nuovo carico di responsabilità delegate dalle istituzioni: la gestione del budget, il reclutamento dello staff accademico, le decisioni relative agli stipendi e all'assegnazione dei bonus, le strategie di ricerca, la proprietà dei beni immobiliari. Gli atenei possono creare delle fondazioni in collaborazione con le imprese per avere ulteriori finanziamenti, e vengono incoraggiati a formare dei cluster con altre istituzioni di istruzione superiore ed enti di ricerca. Il Consiglio di amministrazione viene ridotto a un massimo di 30 membri, contro i 60 di prima, con un maggior numero di rappresentanti provenienti dall'esterno.
Il ministro dell'Istruzione Superiore e della Ricerca ha introdotto alcuni emendamenti alla nuova legge relativamente ai criteri di finanziamento «per consentire agli atenei di inserirsi in una cultura basata sui risultati». Il 20% delle risorse sarà allocato sulla base delle performance delle istituzioni, al contrario del precedente 3%; il restante 80% sarà distribuito in base al «numero degli studenti effettivamente presenti agli esami e non più degli iscritti»; per quanto concerne la ricerca, il finanziamento dipende dal numero dei ricercatori che hanno pubblicazioni al loro attivo.
Tali cambiamenti hanno sollevato una certa preoccupazione tra le unioni studentesche, i ricercatori e gli accademici, che temono che la LRU possa aprire la strada alla privatizzazione delle università e alla conseguente competizione tra loro.
Elena Cersosimo